I.
(La natura allo specchio)
Il cielo ha omicidio nell’occhio,
Ed io ho omicidio nel cuore: sono soltanto
Umano.
Ci guardiamo l’un l’altro, il cielo ed io.
Ci comprendiamo, perché
Declina il solstizio d’estare, io resto
In attesa. L’incubo è
Che la virtù trova ricompensa, e devo dirti
Che presto, ora, ancor prima,
Che cambi l’Ora Estiva, il sole, oltre il crinale
Occidentale di tronconi di pino bruciacchiati
Come frastagliò di denti guasti di squalo,
Più basso, grande, rosso e totale tramonta
Dell’ira d’una madre, come se
F.D.R. nemmeno fosse stato candidato, o la prima vagina
Non avesse avuto tessuto di sogno. Il tempo
È lo specchio in cui fissi lo sguardo.
ISOLA D’ESTATE
I.
Che cos’è il giorno
In Plinio, Phoenice. I fenici,
Naturalmente. Prima, i celti.
Roma, alla fine, come sempre:
Una manciata di monete, un tardo imperatore.
Pietre squadrate, piedistalli di che?
Irrigazione, ma difficile oggi
Rintracciare una canaletta.
Più tardi,
Monaci, mori, assassini,
La feccia del mediterraneo, non esclusi
Gli inglesi, abbatterono ulivi,
Sradicarono viti, arsero
Il castello.
Tutto il giorno, cicale
Segano ai piedi dell’infinito,
Come un albero. La segatura
Di quello sforzo incessante, come
Limaglia d’ottone, accesa dal sole,
S’accumula alla base. Ecco
Che cos’è il giorno.
Non guardare
Troppo il mare, quello splendore
Ti sciacquerà via gli occhi.
Sbiancheranno, come lune morte.
III.
RISPONDERE SÌ O NO
La morte è solo una correzione tecnica del mercato.
La morte è solo il trapasso di energia a una forma nuova.
La morte è solo il compimento d’un desiderio.
Il desiderio di chi?
3 POESIE DI ROBERT PENN WARREN – DA “RACCONTO DEL TEMPO E ALTRE POESIE (1923-1971)”
Introduzione e traduzione di Sergio Perosa (Einaudi, 1971)