ELOISA TICOZZI – Un estratto da “Figli segreti” (Ed. Kolibris, 2019)

***
 
Di notte le vene sputano l’anima
di corridoi di sangue nell’aria
 
gli oggetti nell’oscurità
hanno contorni che assomigliano
a proboscidi vuote d’elefante
 
il mio viso uguale a se stesso,
gli occhi fanali che mentono la propria luce
e sulla bocca frasi accumulate con disordine.
 
Non sono una scintilla di fragilità dispersa
che si alimenta del dormiveglia di occhi,
non possiedo brandelli di buio nelle mani.
 
Farnetico la bellezza d’oceani umani
quando la pressione d’aria preme sul volto.
 
La notte proviene dalle anime dell’universo
che la disegnano
 
tutta la notte io amo il mondo,
tutta la notte io vivo.
 
 
***
 
Le parole che io dicevo
come rifugi di preghiere e di credenze
clandestine
 
il desiderio di concentrare vita e morte
nella parola più segreta del corpo.
 
Quell’unico occhio dell’universo mi chiamava a sé
e io rimanevo animale
che si spogliava di carne e di pelliccia,
dalla lingua squarciata di parole
 
e i piedi nudi sulla terra
facevano crescere il silenzio che entrava
nelle vene aperte di contemplazione.
 
Desidero quel disordine immenso
che crea la vita, caverna d’ossigeno
che deriva da un numero primo e sacro
 
ma sono prigioniera di parole sottintese,
mai esplicite di autentica religiosità,
 
e la mia ombra morbida consumata dalla strada
si rifugia in fiori che cantano profezie di steli.
 
 
***
 
Le foglie quando cadono in terra
non perdono identità
 
cercano di rubare parti del suolo,
come le mani di un neonato.
 
Le mie mani hanno dita di montagne,
di valli e di solchi di mare, raccolgono
pensieri nomadi di universi
 
anche i miei occhi sono ancore di marinaio
che mi legano alla terra.
 
Succede che la mattina mi sveglio e con questi
stessi occhi fingo di vedere per la prima volta
gli oggetti
 
e tutto mi sembra un letto disfatto da un’ombra
di corpo.
 
 
***
 
Gli alberi succhiano minerali d’amore
dalla terra
 
c’è una voce che li trascina con le radici
nel suolo
per poi innalzarli al cielo.
 
Crescono con sentimenti opposti
ma complementari, rabbia e amore
che diffondono nell’aria.
 
La legge della natura è un ordine cosmico
violento e dolce
 
la mia voce, i miei capelli e i miei occhi sono la natura.
 
Ho introiettato in me il respiro disteso della luna.
 
Dal mio corpo proviene una discendenza di angeli
 
dall’anima scaturisce un’amnesia che la divide
in tante parti, come nazioni di un unico mondo.
 
 
***
 
L’aria profumava di vita
 
sono nata in una centrifuga di alberi,
di occhi e di tempo.
 
Mi ha partorita un lampo d’energia
e d’immaginazione
 
il freddo e il caldo erano alchimie
che mescolavano i fluidi dentro me.
 
I miei pianti di volontà sconfiggevano le ombre di vivi
e di morti
 
e la mia pelle riusciva a coprire il corpo nudo
dell’universo.
 
 
***
 
Amo la notte di verità
conforta i miei occhi stanchi e
respira il suo alito sul mio viso.
 
Succede che piango sincerità
e affanno, come un animale
che chiede il suo Dio nell’istinto
 
i cuscini cambiano la loro forma
per essere anime unite nel cosmo,
abbracciate in una sola parola.
 
Conosco la notte
perché è una madre universale
che appartiene solo a me
 
conosco i desideri e le paure che porta nel seno
 
conosco l’innocenza che apre il mio cuore lento,
l’inconscio che crea la vita e non la distrugge.
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