C’è una gioia sul finire del giorno
che ti piega su pozzanghere a bere
sul fondo dove va morendo il cielo;
il temporale s’annuncia con biacche
nere riflesse e tu in attitudine
prona fai della terra specchio e bevi
per te stesso vie di pioggia e d’argento.
Ma sopraggiunge un vento d’emicrania
ribattuto a colpi lenti
tra teschio e tramonto.
CITTÀ
In questa sera di strade di pioggia
città che piangi lungo la linea
di fuga di una via deserta che va
verso il mare, mentre un viale di vele
di mura la torre lambisce, pace
da tutti ignorata nell’echeggiare
martellante dei mercati perenni
(sotto le fradice tende pendenti
cola l’acqua su quei volti rigati
sono i neri venditori di cover
stretti in gruppi di alti conciliaboli),
lasciami partire per la casa
che all’incrocio delle strade s’insinua
nell’aria con rostro acuto di muro
impiccando all’angolo il piccolo bar
polena in perpetua gioia
alcolica.
NATURA
Acque illuni e foglie d’ombra esalano
in un brivido vapori contro il
cielo dove vedi della sera le
venature farsi pasta d’agata
all’orizzonte crude nervature.
Dentro al gorgo vegetale che osservi
in piedi sul paracarro, immobile,
sta collassando verso un punto morto
il cieco lavorìo della giornata:
ogni gemma punto a punto si svela
all’occhio stanco che scruta il groviglio,
nella sera inseminato: fiorire
far saprà altri sguardi? E il premio saprà poi
dimenticare della fioritura?
GLI ALTRI
Di contro al cielo di scena sul palco
un pavimento di graniglia accoglie
ora l’occhio infiammato dal demone:
là i piedi battono degli spettatori
strisciano s’impennano s’impuntano
parlano scarpe in un dialogo a colpi
di tacco o punta più vero del carnaio
di sorrisi che si falsano in scena.
Dall’asse della visione allontano
lo spettacolo delle convenienze
perché non rimanga impigliato il mio
occhio anche nelle illusioni degli altri.
BOSCO
Il bosco si è rifatto
un cielo nuovo, dai giovani tronchi
traspare come un liquido pallido
sangue bianco che tende verso il cielo;
l’orizzonte nascosto dietro il colle
chiama a sé, vorrebbe che dilagasse
a valle il fiume di luce ma dalla
potatura impetrati gli alberi
trattengono ogni linfa residua.
Sarà la luna tardo ematoma
congerie di orbite sotto occhi
antichi ad apparire più smagrita
adesso che anche il bosco si è fatto
una testa rasata.
Uno scrivere che è meglio di un genere alimentare
Comprerò il libro, grazie
Grazie a te!