Ritorno al punto
di non partenza
quando un soggetto si morde la coda
poi burlone o
mostro tiepido
stende cotenna al sole glauco
***
Andava nudo
bel corpo di vent’anni
l’occhio ingenuo il
dondolio educato
ma pensa te
la sua prima parola
fu bestemmia
***
Si mammifera a pugni stretti
beato in mezzo ai suoi
soffoca a grida chiuse
dove le piovre piangono
regine tra le madri
***
Lei sciacqua all’alba
la sua soglia
vecchia rottamata
che insonnia minia
laggiù i suoi fili
sguainando corpi e frasche
sfasciano il mare
***
Per ogni palmo da asciugare
stende foglie morte
su cui si fingerebbe di leggere
le linee della mano
giovane vèglio abita paludi
***
Questo profilo addolcito
teso su un fondo d’abisso
equilibrista sul fondo dei giorni
andrà madre a cogliere
erbe dalle tombe.
***
Quarto di luna alle dita schiocchi
dal fondo delle viscere
un’acqua nera senza età
questa sera ne può coprire un’altra
***
Occhio di vetro e collana
di denti falsi
si vendono sotto banco
Pinocchi tarlati
e si fanno
senza inganno
grandi sconti
***
Giovanissimo o
vecchissimo senza vergogna
ritocca le sue notti
antidiluviane
un modellino esplora
l’enormità della pantofola
***
Noi rimpinzati
di sole e mare
spurgando la storia
senza ombra d’impero
ci segue il canto di una vedova brilla
10 poesie di Benoit Gréan
da “Mostri tiepidi”
(nota introduttiva di Valerio Magrelli, prefazione di Marie-Hélène Estève, traduzione di Massimo Sannelli, disegni di Luisa Gardini).
pp. 84, euro 15, collana Sassifraga, Edizioni Empirìa, Roma 2013)