ANTONIO BUX – Prove per una poetica

Sven Kroner (German, b. 1973), Atelierfenster [Studio Window], 2014. Acrylic on canvas, 150 x 190 cm.

 

In passato, da non adetti ai lavori, mi veniva spesso posta una domanda che mi metteva in crisi: ma tu a che corrente appartieni? Esistono delle correnti oggi come oggi? Io, per liquidare la domanda, rispondevo: be’, faccio parte della grande famiglia dei modernisti. E tuttto qui. Poi, con gli anni, non solo per mio specifico dire, ma anche per associazioni esterne e a me attribuite, sono giunto a elaborare una specie di poetica, che chiamo “Psicologismo metafisico” o anche “Psicoticismo metareale“. Ovviamente sono solo discorsi momentanei, c’è sempre tanto da rimproversarsi e da imprimere nella propria coscienza di sé e del proprio lavoro.

Tuttavia, dato che oggi si parla poco di poetiche, ho redatto e ripercorso la mia formazione che ha dunque manifestato una propria poetica.

P.S. (POST DA NON PRENDERE TROPPO SUL SERIO) 🙂

POETICA

dal Neo Orfismo allo Psicoticismo Metareale

Antonio Bux (Foggia, 1982). Considerato un poeta tanto neo orfico quanto post moderno, è dapprima avvicinato alle correnti del Connettivismo e del Realismo terminale, per poi invece rielaborare una propria concezione vicina alla corrente sudamericana del Materialismo mistico, fondando in un primo momento un proprio credo sotto il segno del Realismo onirico (una sorta di trasmutazione del reale attraverso la conoscenza data dalla visione), che ripercorre gli stilemi della già esistente corrente del Realismo magico, però, riformulando poi il concetto, Bux riparte dal presupposto che già la psiche umana sia materia, in quanto conglomerato organico, e dunque sia già lo spirito una forma viva di sostanza, e non solo lo spirito, anche la mente che ne produce i disordini. Nasce dunque l’idea definitiva dello Psicologismo metafisico, corrente che cerca di stabilire i rapporti tra materia e anti materia, tra realtà e dimensione onirica, poste strettamente in connessione tramite il “vettore” dello spirito umano, qui inteso come vero e proprio oggetto, bilancia tra ogni possibile credo. Ed il poeta, in questo caso Bux, si assume quella responsabilità di determinare lo spirito attraverso la coscienza delle cose, e viceversa, di creare un’anima concreta all’immaginario invocando, tramite l’esperienza soggettiva (che non è mai singolare, piuttosto è plurima), l’oggettività del soprannaturale e dell’invisibile. Da questa ultima visione il poeta afferma però che […] più di psicologismo, mi interessa lo psicoticismo, il realismo stesso della crisi, sia del materiale che dell’immateriale; tutto è strettamente connesso, dal cervello all’emozione animale, dall’anima all’esternazione tramite la riflessione, tutto è mosso da un disturbo, da un inceppamento, che inconsciamente mette in contatto vari mondi, varie trame d’energia. Per questo mi piace parlare tanto di psicologismo metafisico quanto di psicoticismo metareale, perché le due dimensioni sono strettamente dipendenti l’una dall’altra; sono il rovescio di una stessa medaglia, è l’inconscio che si fa materia e che stabilisce un programma, una disciplina, dalla quale si basano corpo e spirito, ragione e scardinamento sensoriale […].

 

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immagine: Sven Kroner (German, b. 1973), Atelierfenster [Studio Window], 2014. Acrylic on canvas, 150 x 190 cm.

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