SONIA GENTILI – poesie da “Parva naturalia” (Nino Aragno Editore, 2012)

gentili
poesie di Sonia Gentili, da “Parva naturalia” (Nino Aragno Editore, 2012)
 
 
 
Un muro
.
 
Un muro è un muro
o uno specchio in cui nuvole e colori
annegano stracciando il proprio cuore
ferito e stanco
di essere ferito
.
un muro è un muro
o la fronte spezzata d’un gigante
da cui i sogni si levano danzando
come spiriti simili a cavalli
agitati
.
lievi
dal battere nel vento di criniere
.
un muro è un muro
o un sogno
reciso
rinchiuso dentro un muro
come un gigante cieco
incatenato
al proprio desiderio di vendetta
.
e la vendetta del sogno contro il muro
è il canto
un vecchio specchio
caro ad Ulisse
ed ai miei occhi ciechi
 
***
 
Risveglio
.
Se sogno di obbedire mi risveglia
la pochezza della mia obbedienza, da cui nuda
mi levo e vedo il nero
mistero
d’un merlo che cammina.
.
Su una ringhiera trapunta di luce
lo vedo camminare, ed il mistero
del sole che abbaglia è nel suo becco:
un punto mai dischiuso che procede
irradiando di sé il suo manto nero
.
cammina sul ferro e sulla luce
il merlo signore di misteri, non
vola, e instilla sgomento e dubbio
nei mortali: scivola, padrone
delle altezze, ad ali chiuse
sull’acqua del ferro illuminato:
sono le zampe un invisibile battello
uscito dal porto eterno
del mattino
 
 
***
 
Fantasia di foglie e lupi
.
I tristi staccati delle foglie al vento
li va suonando il lupo che attraversa
come un arpeggio il buio. È un lupo attento
alle sue unghie sulle foglie, verdi come acerbi
mandolini nati dal pianto della bestia sola.
Come stirpi di lupi anche le foglie
vanno coi tristi lunghi steli al vento:
sono gambe molli per le veglie, o colli
che il sonno già reclina sul banco verde
d’una vecchia scuola.
.
Non scopro il senso del tuo sonno, lupo
cattivo e triste che mi guardi
dalla finestra della verde scuola
dove dormendo ti inventai da sola.
.
Finestre, confidate i vostri lupi
a me che guardo e taccio senza chiudere
la notte dietro il vetro se il mattino
stappa quel suo flacone blu,
giallo e marrone per fare bello
il tuo giardino, madre
con passeggino che non vedi
nel buio i miei alberi lieti, i cardi e le lucertole
argentate. Sì, le lucertole:
armano le code per i cocchi
che a mezzanotte portano le fate.
 
 
 
Sonia Gentili, docente di Letteratura Italiana (università di Roma “La Sapienza”), autrice di studi sulla letteratura medioevale (L’uomo aristotelico alle origini della letteratura italiana, Carocci, 2005) e del Novecento (Cultura della razza e cultura letteraria nell’Italia del Novecento, Carocci, 2008), traduttrice letteraria dal francese di prosa (Maurice Leblanc, Arsenio Lupin, traduzione di S. Gentili e G. Panfili, intr. di C. Augias, Donzelli, 2007; Xavier-Marie Bonnot, La prima impronta, trad. di S. Gentili, Einaudi, 2007; Gilbert Gatore, Il passato davanti a sé, trad. di S. Gentili, Fazi, 2009) e poesia (Gherasim Luca, L’eco del corpo, a cura di S. Gentili, in «Testo a Fronte», 43, 2010), vincitrice del premio per la letteratura “A. S. Novaro” (Accademia dei Lincei, 2009), ha esordito con la raccolta di poesie L’impero e la Gorgone, prefazione di Giorgio Patrizi, Giulio Perrone editore, 2007. La sua seconda raccolta di poesie Parva naturalia è uscita nel 2012, con prefazione di Elio Pecora, per Nino Aragno editore. La terza raccolta è Viaggio mentre morivo (Nino Aragno, 2015) con la quale ha vinto il Premio Viareggio nel 2016.
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