AMELIA ROSSELLI – FRAMMENTO DA “LA LIBELLULA”

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(…) Trovate Ortensia:la sua meccanica è la solitudine
eiaculatoria.La sua solitudine è la meccanica
eiaculatoria.Trovate i gesti mostruosi di Ortensia:
la sua solitudine è popolata di spettri,e gli
spettri la popolano di solitudine.E il suo amore
rumina e non può uscire dalla casa.E la sua
luce vibra pertanto fra le mura,con la luce,
con gli spettri,con l’amore che non esce di
casa.Con lo spettro solo dell’amore,con lo
rispecchiamento dell’amore,con il disincanto,
l’incanto e la frenesia.Cercate Ortensia:cercate
la sua vibrante umiltà che non si sa dar pace,
e che non trova l’addio a nessuno,e che dice
addio sempre e a nessuno,ed a tutti solleva
il cappellino estivo,col gesto inusitato della
pietà.Trovate Ortensia che nella sua solitudine
popola il mondo civile di selvaggi.E il canto
della chitarra a lei non basta più.E il condono
della chitarra a lei non basta più!Trovate Ortensia
che muore fra i lillà della vallata
impietosita;impietrita.Trovate Ortensia che
muore sorridendo di tra i lillà della vallata,
trovatela che muore e sorride ed è stranamente
felice,fra i lillà della vallata,della vallata
che l’ignora.Popolata è la sua solitudine di
spettri e di fiabe,popolata è la sua gioia di
strana erba e strano fiore,-che non perde l’odore.

(…)

 

da La libellula, Amelia Rosselli. SE, Milano, 1985. pp 24-25

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