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Bellissimo cameriere tu sei il re d’Italia tu che pazientisci e corri per le camomille.
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Roma città eterna che silenziosamente di notte ti bevi il tuo splendore hai tu nulla da predire. Ti sei fatta principessa e languisci. Nulla ti vieta. Arrotonda pure i tuoi seni bianchi e lustri. Le massaie si sono stancate di portarti le acque piovane. Tu hai succhiato latte di volpe hai rubato hai saccheggiato e ora siedi riposi assestata.
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Tu pioggia amica leggera tu cammini dolente tu cammini dolente e lenta e scendi i tetti per soccorrere.
Le acque scorrono con appena un suono.
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Erba nera che cresci segno nero tu vivi.
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Il fiume delicatamente si torce. Bello che sei fiumicino cadaverino. Ti pescano. Siedi come un cane.
Amelia Rosselli
da “Prime prose italiane” (1954)
L’ha ribloggato su Il Capestro.
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