EMILIO VILLA – 3 POESIE

VILLA
 *

L’onda del vento a sognare
Sua dispersa matrice,
Un mare, fiorisce.

Vento,
viva vena del cielo,
Rinata canzone
D’un diluvio, quando
Le tue voci diventan silenzi,
E parlano, mute, nel sogno,
Odo primavere nate
Dal tuo gelido grembo,
Gioie rassegnate d’un esilio umano.

Vento,
Tre volte puro,
Come me, come
Se fossi l’ultimo uomo
Vissuto, e vissuto
Solo di carne mia e di me.

*

Giornate molli come saliva
nel tuo corpo crescono a trama
(dolci vertebre, piccoli cuori,
spume devote, per carità
non ci ridate la febbre avara)
come sfera che estrosa avviva
a raggiera baleni di lama.

E sui tuoi passi di cenere, ora
udiremo stremite, a volte
dentro labili spire, sciolte
come nel nembo, il grembo di una venere.

*

Veleggiano – e non sanno
gli arroganti calmieri, la dignità
del popolo davanti ai manifesti,
delle rondini basse alla dolena,
e non sanno che presto accenderemo
l’acqua nelle lampade votive,
perché scampino dal fosco,
come rondini basse, dalle unghie
delle lunare in piena,
i nostri corpi – non sanno
che bruceremo la nostra oscurità
finché si possa dire, ad una
voce sola, tutti insieme: “Non ci vedo
più, dunque; smorza; è luce
che si consuma; e lacrime; e bisogna
dirsi coraggiosamente il lungo
“a domattina” nel brucio
dei garofani insensati. Non vedo
più, dunque; smorza; è luce
che si consuma”.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...