MY GOD, IT’S FULL OF STARS
That the others have come and gone-a momentary blip-
When all along, space might be chock-full of traffic,
Bursting at the seams with energy we neither feel
Nor see, flush against us, living, dying, deciding,
Setting solid feet down on planets everywhere,
Bowing to the great stars that command, pitching stones
At whatever are their moons. They live wondering
If they are the only ones, knowing only the wish to know,
And the great black distance they-we-flicker in.
DIO MIO, È PIENO DI STELLE (FRAMMENTO)
Il grande errore: credere che siamo soli,
che gli altri sono venuti e poi sono andati via
come un rapido bagliore intuito dai radar,
quando invece è probabile che lo spazio
sia stato occupato da sempre,
completo fin nei bordi di energie
che non possiamo vedere, che non sentiamo
nonostante si avvicinino a noi così tanto
e vivano al nostro fianco, dissolvendosi,
morendo, conquistando altri pianeti,
facendo riverenze verso i loro soli
imperiosi e immensi, scagliando
breccia sulle proprie lune. E nemmeno questi
smettono di domandarsi se sono soli,
e l’unica cosa che sanno è che vogliono
sapere, che c’è un pozzo smisurato
aperto sulle loro luci e sulle nostre.
Tracy K. Smith da “Vita su Marte”
Traduzione di Antonio Bux