ANTONIO BUX – DA “PANERISMI” (TRILOGIA DELLO ZERO, MARCO SAYA EDIZIONI, MILANO, 2012)

trilogia_cover

di Antonio Bux, da “Panerismi”, quarta sezione di “Raices de zero” (terza parte di “Trilogia dello zero”, Marco Saya Edizioni, Milano, 2012)

*

“Qué es la magia, preguntas
en una habitación a oscuras.
Qué es la nada, preguntas,
saliendo de la habitación.
Y qué es un hombre saliendo de la nada
y volviendo solo a la habitación”

“Cos’è la magia, domandi
in una stanza all’oscuro.
Cos’è il nulla, domandi,
uscendo dalla stanza.
E cos’è un uomo uscendo dal nulla
e tornando solo alla stanza”

Leopoldo María Panero
(Traduzione di Antonio Bux).

Ricordando che:

“La poesia lega l’essere ad un cordone ombelicale
– il pensiero della morte che risplende sulla pelle –
quando i segni che le parole incidono alle spalle
sono le ombre onnipresenti nella strada dentro” 

I.

È un insetto la parola, un millepiedi strisciante
irriverente sulla foglia della pagina, il verme
della poesia nella mela del verso, la formica
trincerata nel rigo, l’ape assassina del poema.


II.

Il latrato della pagina vive nel bianco
nel latte materno della pagina beve
il cane abbandonato sull’autostrada
una poesia cane che orina sulla pagina.


III.

E ho visto coi miei occhi il serpente
strisciare sul foglio, la serpe pensante
sul deserto del foglio iniettando veleno
la biscia della poesia sparire sul foglio.


IV.

Ma ancora c’è una rana nel verso gracchiare
nello stagno del silenzio la mosca del verso
e si allunga la lingua della rana sul senso
il senso di un verso gracchiato dalla mosca.


V.

E poi l’uccello della pagina mi vola via
vola via dal nido l’uccello della poesia
il passero della parola che becca nel nido
nel nido azzurro vomitando l’uccello del verso.


VI.

Il poeta è un lupo nella steppa del foglio
un lupo il poeta che ulula sul senso
la parola ululando sulla pagina allupata
come un lupo di-verso sbrana il poeta.


VII.

E ora cade una lama sul libro dell’uomo
sulla pagina di ferro si specchia nel verso
e si taglia nella pagina la pietra del sogno
nell’uomo del sonno che scrive sulla pietra.


VIII.

Lo sputo del cammello sul poema
sull’uomo sputa il cammello poeta
una saliva di voci bagna la poesia
sputa sulla poesia l’uomo cammello.


IX.

L’elefante del senso col suo passo rompe
il fango del pensiero, la terra del poema
il senso dell’elefante nel passo della terra
infanga il poema rompendosi nel senso.


X.

Ancora muore tra le macerie della pagina
muore l’uomo-muro crollato nel poema
nella polvere del poema crollato muore
il muro d’uomo sbriciolato dalla pagina.

 
Ricordando che:

“Si inverte il pensiero nella scrittura
quando si è in due a leggere l’oltre:
allora la pagina non è specchio vuoto
ma il riflesso rovescio di un’altra mano”

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