LA RIMA
Esiste il segno
del fiore –
per prendere a prestito
il tema.
Ma cosa o dove riavere
quello che semplicemente
non è più amore.
L’ho veduta
e dietro di lei c’erano
i fiori e dietro i fiori
niente.
L’INNOCENZA
Guardando il mare, è una linea
di montagne ininterrotte.
È il cielo.
È il suolo. Lì sopra
viviamo.
È una foschia
ora tangente ad un’altra
quiete. Qui giungono
le foglie, là
esiste una roccia in evidenza
o una prova.
Quello che vengo a fare
è parziale, parzialmente tenuto.
IL CORVO
Il corvo in gabbia nella sala da pranzo
mi odia perché non lo voglio nutrire.
So di non aver dimenticato niente partendo
perché l’ho ucciso.
E perché l’ho colpito in capo con un bastone
so che non c’è proprio niente da ridere.
Malattia è l’odio di un pentimento
sapendo che lui non desidera niente.
LA PROPOSTA IMMORALE
Se non fai nulla per il prossimo
ti è risparmiata la tragedia delle relazioni
umane. Se con calma e come altre volte
avviene il passaggio della cosa inaspettata:
osservarla è qualcosa di più
di quello che era. Dio mio si sa
nessuna cosa è adeguata niente
è tutto quello che c’è. L’egoista
incerto
nuoce a se medesimo.
NON FIRMARE MAI NIENTE
Montare a cavallo come era mia abitudine,
nel campo c’era un branco di vacche.
Il cavallo
le inseguì. Anch’io, un accompagnatore
a disagio.
Vale a dire, il proverbio cinese dice:
se giaci in un campo
e ti addormenti
in un campo sarai scoperto
addormentato.
E
Una bella festa per gente
che si fidanza, lei
aveva ventitré anni, lui
era centoventisette volte
tutte le volte, sopra e sopra
sotto e sotto lei scese
scale, traversò arcate,
vetro, alabastro, una pala di ferro
era lì in attesa
e lei la sollevò per scavare
indietro
e indietro fino alla madre,
il padre, il fratello,
il nonno e la nonna .
Ora sono tutti morti.
L’INSEGNA
Più quieta è la gente
più lento trascorre il tempo
finché esiste un uomo solitario
seduto nella figura del silenzio.
Poi grida a lui
Vieni qua idiota sta per spegnersi.
Un volto che non è un volto
ma i lineamenti, di un volto, impressi
sopra un volto finché il volto
è senza volto, risposte
di un essere inesistente
dove prima c’era un uomo.
I POSTINI DISONESTI
Mi stanno rubando tutte le lettere, e
le buttano nel fuoco.
Vedo le fiamme, etc.
Ma non me ne importa, etc.
Bruciano tutto quello che ho, o quel poco
che ho. Non me ne importa, etc.
La poesia suprema, indirizzata al
vuoto – questo è il coraggio
necessario. Questo è qualcosa
completamente diverso.
Poesie di Robert Creeley
tratte da “Per amore” (Mondadori, 1971)
traduzione di Perla Cacciaguerra
Introduzione di Agostino Lombardo
Robert Creeley (Arlington, 21 maggio 1926 – Odessa, 2 aprile 2005) è stato un poeta statunitense, tra i maggiori esponenti della lirica postmoderna. Iscrittosi ad Harvard non conclude però gli studi ma vive intensamente vicino a Charles Olson – poeta statunitense e direttore del College che influenzò la Beat Generation – l’esperienza del Black Mountain College, per il quale diresse la rivista “Black Mountain College Review” nel North Carolina. Egli pubblica le sue prime poesie sulla rivista “Wake” ad Harvard e nel 1949 inizia una fitta corrispondenza con Williams Carlos Williams ed Ezra Pound. L’anno seguente il poeta conosce Charles Olson con il quale stringe una forte amicizia. Viaggia in Europa e in Asia, vivendo per quarant’anni – con frequenti ritorni in America – in Giappone, a partire dal 1953, dove apprende la filosofia buddista e l’insegnamento zen. Nel 1954 Olson, che era rettore del Black Mountain College, un collegio di arti sperimentali nel North Carolina, invita Creeley a collaborare all’edizione della rivista Black Mountain Review. Tornato in America vive a Taos e a San Francisco. Nel 1956 si reca in Nuovo Messico per insegnare ad Albuquerque e in seguito in una finca nel Guatemala. Nel 1960 Creeley riceve il Master’s Degree dall’Università del Nuovo Messico ad Albuquerque.
Colpito da enfisema polmonare non volle mai farsi curare e negli ultimi anni andò a vivere a Buffalo nel Texas dove è morto. Amico dei più importanti artisti moderni, lavorava spesso con loro a diversi progetti riguardanti mostre e libri ed era inoltre un appassionato di musica jazz. Amava l’arte in tutte le sue forme e si recava ovunque per tenere reading che lo resero popolare. La reputazione che aveva, soprattutto Oltreoceano, era quella di poeta postmoderno che aveva contribuito a rinnovare la poesia americana nel mondo durante il Secondo Dopoguerra. Amato per i suoi esperimenti linguistici venne considerato un grande degli anni cinquanta nel momento della maggiore cultura degli USA e la sua poesia venne ascoltata e accolta con immenso entusiasmo. Ammirato e lodato da Allen Ginsberg per gli esperimenti linguistici all’avanguardia, pubblicò una sessantina di libri in un linguaggio teso e rigoroso attento alle tematiche delle tensioni umane quotidiane.
molto interessante.
Approfondirò.
🙂
Pingback: ROBERT CREELEY – POESIE TRATTE DA “PER AMORE” | TaglioDiLama