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a Vincenzo
La apertura verbal
es como un ala,
vira lentamente
en su borde,
se curva en el hablar
en el límite del sentido;
pero como un ala
necesita la voz
el espesor de aire
de la otra medida,
el equilibrado planear
de la expresión oral:
porque la palabra no dura
más que un respiro vocal.
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a Vincenzo
L’apertura verbale
è come un’ala,
vira lentamente
la sua sponda,
si curva nel parlare
al limite del senso;
ma come un’ala
necessita la voce
lo spessore d’aria
dell’altra misura,
l’equilibrato planare
nell’espressione orale:
ché la parola non dura
più di un respiro vocale.
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ad Andrea
No se busca la oscuridad al escribir,
porque el autor no existe ni su intento
pero el éxito es distinto a una luz que eclosiona
de cualquier cosa que nos visita deformado
el sublime espejo de la voz al invocar
la fatiga oscura de las páginas desnudas cuando
la mente privada de representarse se abre
y solo sabe de las cosas esa superficie frágil.
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ad Andrea
Non si cerca l’oscurità nello scrivere
ché l’autore non esiste né il suo intento
ma l’esito è altro che una luce schiusa
da qualcosa che ci visita deformando
il sublime specchio della voce invocare
la fatica oscura delle nude pagine quando
la mente annullata dal rappresentarsi s’apre
e solo sa delle cose quella superficie fragile.
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a Tommaso
Más allá del vidrio no se ve el cuerpo
como la mano perdida en el reflejo
del abismo que dando proporción deforma;
hasta los ojos vaciados rompen
en la mirada que divide materia y nada
mientras une el espacio en la intuición
la armonía de un perfil apagado en vacío
en el corte neto que une luz y sombra.
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a Tommaso
Oltre il vetro non vede più il corpo
come la mano sparita nel riflesso
dell’abisso che proporzionando sforma,
così anche gli occhi svuotati rompono
nello sguardo che divide materia e nulla
mentre congiunge lo spazio nell’intuizione
l’armonia di una sagoma spenta al vuoto
nel taglio netto che unisce buio e luce.
3 poesie di Antonio Bux tratte da “La simmetria dei nomi” (Trilogia dello zero, Marco Saya edizioni, 2012)
Traduzioni in castigliano a cura di Jorge Aulicino
Bravo, bravo, ci vedo un taglio metafisico consapevole. Poi c’è anche quella ad ANdrea, che definirei “metapoetica”….
Grazie, Giuseppe.
È un libro molto corposo quello mio d’esordio pubblicato con Saya, dove convivono molti modi di fare poesia, ma dove molti testi appunto s’intarsiano di una parvenza metafisica, ma non solo. D’altronde mi piace sperimentare vari “generi”, come giusto che sia. Queste tre poesie fanno parte della prima silloge che compone la trilogia, “La simmetria dei nomi”, quasi tutta composta in distici o, al massimo, in terzine. Di solito è la parte più apprezzata. Grazie per l’apprezzamento e l’attenzione, mi fa piacere.
Un caro saluto e buona poesia.
Bux
L’ha ribloggato su poesiaoggi.