Tomas Transtromer (1931)
SULLA STORIA (PARTE V)
Fuori, sul terreno non lontano dall’abitato
giace da mesi un quotidiano dimenticato, pieno di avvenimenti.
Invecchia con i giorni e con le notti, con il sole e con la pioggia,
sta per farsi pianta, per farsi cavolo, sta per unirsi al suolo.
Come un ricordo lentamente si trasforma diventando te.
MOTIVO MEDIEVALE
Sotto le nostre espressioni stupefatte
c’è sempre il cranio, il volto impenetrabile. Mentre
il sole lento ruota nel cielo.
La partita a scacchi prosegue.
Un rumore di forbici da parrucchiere nei cespugli.
Il sole ruota lento nel cielo.
La partita a scacchi si interrompe sul pari.
Nel silenzio di un arcobaleno.
Goran Sonnevi (1939)
*
Con la tua mano tocchi
il linguaggio sovrano
Vi è un sogno
oltre ogni forma di violenza
L’architettura del mondo sotterraneo risplende
di raggi scuri
Di fronte alla paura
hai solo la compassione, che vede
*
Quando Cantor dice che la libertà
è l’essenza della matematica, capisco cosa intende
Quella non ha limiti né fine
Ma è di per sé anche il limite
dell’indeterminato. Ho anche visto la matematica
come un cristallo, che cresce. E perciò,
come un carcere Il supercarcere che cresce
Tutti vi sono rinchiusi La differenza non esiste
E tuttavia, la sensazione che ogni formalizzazione
mi rinchiuda, benché la ragione dica
che così dev’essere, se dobbiamo capire
qualcosa Sempre più profondo nel logos
profondo Il suo sottosuolo Il suo cielo Nemmeno qui
ci sono differenze. La formalizzazione
ultima? Non esiste Come ogni giorno
è l’ultimo giorno Seguiamo la libertà a cui ci costringe
Goran Tunstrom (1937-2000)
DESIDERIO ULTIMO
Ciò che in fondo desidero
da una poesia
è
che possa essere letta
lentamente
che si possa invecchiare
tra una parola e l’altra;
che quella giallo farfalla, cinese
sugli enigmi mai risolti dello spazio
ascolti spensierata
sull’estremità del ramo lucente.
PER TE CHE RICHIEDI UNA POESIA
Stanotte mi sono chinato sul tuo letto
Abbracciavi l’aria con le mani
E la vita volgeva occhi grandi verso te
Lo so: il nostro giorno era stato la scogliera
da cui sei uscita con violenza
Ma come l’acqua dalla scogliera
venisti verso la mia bocca,
e tutto fu luna e profumo d’acero
Proprio fra il sonno e la veglia
Ora lo sai: la poesia è possibile
per questa cosa che manca a metà.
Ulf Eriksson (1958)
LINGUAGGIO/OMBRA
Medito per un attimo sull’ombra.
Da bambino gridavo
se me la calpestavano
Che cosa è dentro di noi?
Io e un altro diventiamo più visibili parlando,
la conversazione è un ponte ben saldo
sospeso fra noi
Più tardi, in sogno, vedo passare un uomo
sullo stretto ponte sospeso,
la sua ombra precipita silenziosa
e invisibile, nell’aria
L’AMATA DORME
Che l’amata dorma
è un topos,
ma non si ripete mai uguale.
Il corpo è cosciente di se stesso
dove riposa
e dove elabora le distanze dalle stelle.
Non abbiamo che la pesantezza,
e quella trattiene a sé tutta la terra.
Claes Andersson (1937)
SE MAI CI RITROVASSERO
Ci eravamo interrati, e si stava meglio.
Tutti comunque continuarono a scavare.
Alla fine ci sembrò che fosse relativamente sicuro – relativamente
Nessuno osava alzare la testa, salvo in certi giorni.
Quel che accade allora era oltre l’orizzonte:
si illuminò come improvvisamente
può illuminarsi un viso
alla finestra di una casa in fiamme.
Cosa stava accadendo, cosa accade in realtà?
Ci immaginiamo di tutto,
e forse solo quello era la nostra malattia.
Se mai ci ritrovassero
sarebbe in grotte così silenziose
che si sentirebbe cadere una nave.
*
Già da bambino amavo qualcuno che ti somigliava.
L’insonnia poi mi fece passare dormendo
i miei giorni migliori. Le notti le passavo nel desiderio
dell’oblio. Quando il giorno si avvicinava, si manifestava
in forma di donna. Mi baciò con la sua lingua di luce,
baciò sabbia sotto le mie palpebre e mi tenevo sveglio
con gli occhi che bruciavano finché la notte
mi tornava sotto la pelle con la sua chiara agitazione.
poesie tratte da “Antologia della poesia svedese contemporanea”
a cura di Helena Sanson e Edoardo Zuccato (Crocetti, 1996)
L’ha ribloggato su poesiaoggi.
Republicou isso em O LADO ESCURO DA LUA.
belle, senza fronzoli.
😉 c’ho buon palato (da lettore)
grande poesia. Grazie.
l.f.
Ci eravamo interrati, e si stava meglio.
Tutti comunque continuarono a scavare.
E sembra davvero tutto così chiaro e comprensibile in questi versi. Grazie, amo questi autori.
Un abbraccio
grazie a tutti/e
Bux