POESIE DI MARCO SAYA TRATTE DA “ANTOLOGICA 2003-2013 (FRAMMENTI)”

 

marcosaya

 

Questi frammenti presi dall’antologica dell’ultimo decennio del personale percorso poetico a cui Marco Saya sta lavorando, sono dei veri e propri lacerti fulminei, strappi tesi a ricucire le pieghe di un quotidiano che precisamente e naturalmente rientra tra le parole di questo autore nato in Argentina, ma da sempre residente a Milano. Si rimane da subito colpiti dall’esattezza dello scorrimento verbale, dalla sua perfetta costruzione sintattica e ritmica, dove un battito sincopato muove i versi in un continuo loop metodico e calibrato (sicuramente un dono naturale di questa poesia è la propensione del suo autore verso le complessità metriche del Jazz, di cui è appassionato cultore e praticante, essendo il Saya stesso chitarrista jazz). Il fare poetico, perciò, si muove in armonie solide,  anche quando le dissonanze tipiche di una certa poesia si fondono bene con una linearità invece molto contemporanea, verso un tipo di lirismo civile che però ben si bilancia con la sottile autoironia dell’autore, e che rende queste poesia un bel missaggio tra denuncia e riflessione, generante una leggerezza eterea e quasi fischiettante, controbilanciata da una profondità filosofica che indaga sui fatti del reale, sulle pressioni di tutti i giorni. Versi, dunque, sciolti e maturi, per un poeta che fa della freschezza di pensiero, unità ad un’agilità prosodica e ritmica di livello, il suo marchio di fabbrica.

Antonio Bux

 

dicerie

spesso si dice che il futuro sia a portata di mano.
non ho mai capito di quale mano si parli.
la sinistra adulta trascina il secchio dei ricordi.
la destra bambina guida i ciechi nel presente.
di una cosa sono certo!
i piedi entrambi affrettano la meta.

 

 

*

accado nel magma del passaggio.
siccome disturbo nel desueto divorio
punta i gomiti quello che non ha il limite,
così per caso, un bar vale l’altro,
il dispetto sta nella resistenza,
il cablaggio ci fortifica
sino a esaurimento scorie.

 

 

*

non ci è dato sapere
se i cari estinti anelino
a resuscitare e penso di no
troppa la fatica di una sveglia
al mattino con quattro pile
di rumore nella testa
e in principio furono menhir,
dolmen e cromlech
e prima ancora
procarioti e eucarioti
non avevano simili pensieri

 

 

*

sempre questa zavorra
di accessori per appesantire
il cammino di ossa come se
resistere alla spinta
verso il basso ci potesse
allontanare dall’incandescenza
del fuoco come quel neon
che, a forza, ci tiene svegli

 

 

*

qualcosa nella dis-missione
di qualche colore esterno
a cornici
in un altro muro,
in altre pareti,
in altre case,
dovunque,
accade.

 

 

birilli

come se tirare a campare
fosse una partita a bowling
e queste bocce difficilmente
ci azzeccano, troppi birilli
da abbattere,
così si sprecano energie
e torni a casa
con gli amici
e insieme bocce, biglie, sfere
da schivare.

 

 

palloncini

quel palloncino salì improvviso
scappato da una piccola mano.

mai più fu ritrovato
nello sgonfio dimagrimento
dell’elio.

noi, pieni d’aria,
eravamo rimasti a terra.

 

 

inizio

mi chiedo spesso perché mi ri-trovo in questo secolo
e non nei precedenti o nel cenozoico.

ri-apprendere come sfregare le pietre focaie
potrebbe essere il miglior inizio
per dar fuoco a questo presente?

 

 

beffa

può essere improvviso
quello sbattere della vita.
nella folata si stacca il quadretto
e tu, lì dentro, ti guardi mentre
precipiti invece di salire.

 

 

cerei

ora cerei
o erano bagliori
da ancestrali pance?
ora questo grigio flou
nel-non-so-se
effetto seppia
vintage
di arredi muti
in-parvenze
sonore

 

poesie di Marco Saya tratte da:

Antologica 2003-2013 ( frammenti )

 

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3 thoughts on “POESIE DI MARCO SAYA TRATTE DA “ANTOLOGICA 2003-2013 (FRAMMENTI)”

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