3 POESIE DI ANTONIO BUX AUTO TRADOTTE IN SPAGNOLO (DA “TRILOGIA DELLO ZERO”)

 

 

***

La cocina se ha degradado a bosque:
en la fauna de la nevera se observa
lo lento decrecer de las hortalizas, el derretir
de los sobres con los gases embotellados.
Y entonces la pregunta (cuando ya es la tarde
y la oscuridad reanuda todos los olores)
es que queda, más allá de la selva fresca
en el espejo revuelto de la garganta,
cuando se alimenta afuera el propio desierto
dejado a secar en la flora del remordimiento.

 

 
*

La cucina è retrocessa a bosco:
nella fauna del frigorifero si osserva
il lento decrescere degli ortaggi, il fondere
degli avanzi con i gas imbottigliati.
E dunque ci si domanda (quando si fa sera
e il buio riaccomoda tutti gli odori)
cosa rimane, al di là della selva fresca
nello specchio rovesciato della gola,
quando si ciba fuori il proprio deserto
lasciato ad essiccare nella flora del rimorso.

 

 
***

Se alinea el pelotón de los azúcares
en la ejecución postprandial:
queman lentamente los almidones
las calorías sobrantes, después del café
dónde el postre cuenta a las cucharitas
de las extraordinarias armas de los poliinsaturados
legados a una conducción base de la sangre
disparando chocolate blanco sobre la molécula;
entonces la trinchera del esófago eructa, cede
al colon el confín, en la rendición del estómago
y del pantano del páncreas un famélico estado
reordena las jerarquías, la constitución de la boca
subordinada al mordisco, en la guerra de la digestión.

 

 
*

Si schiera il plotone degli zuccheri
nell’esecuzione postprandiale:
bruciano lentamente gli amidi
le calorie in esubero, dopo il caffè
dove il dessert racconta al cucchiaino
delle straordinarie armi dei polinsaturi
legati a una conduttura base del sangue
sparando cioccolata bianca sulla molecola;
la trincea dell’esofago allora erutta, cede
al colon il confine, nella resa dello stomaco
e dalla palude del pancreas un famelico stato
riordina le gerarchie, la costituzione della bocca
subordinata al morso, nella guerra della digestione.

 

***

“Porque en la mirada de la memoria
hay un ojo que se abre hacia el futuro
cuando en la vista se da vueltas atrás
y sobre de si misma vira la culpa de la imagen.”

Perder peso significa devorar
unos centímetros al alma,
engordar atrás el vacío
saturando por dentro la oscuridad.
Porque luego el lastre mayor – o sea
aquella osamenta imprevisible
que se asoma al espinazo sobre la espalda -,
(aquel otro que soportamos en los hombros)
nunca para su propia hambre, y por lo tanto
la balanza siempre cuelga a su favor.

 

 
*

“Perché nello sguardo della memoria
vi è un occhio che si apre sul futuro
quando nella vista si rigira all’indietro
e su di sé vira la colpa dell’immagine.”

Perdere peso significa
divorare centimetri all’anima,
ingrassare il vuoto all’indietro
saturando l’oscuro dentro.
Ché poi la zavorra maggiore
-ossia quell’ossatura imprevedibile
che si sporge dal groppone sul dorso-
(quell’altro che sopportiamo sulle spalle)
non arresta mai la propria fame,
e quindi la bilancia
pende sempre a suo favore.

 

3 poesie di Antonio Bux tratte dalla quinta sezione del capitolo “Raices de zero”, dal libro “Trilogia dello zero” (Marco Saya Edizioni)

*le traduzioni in spagnolo sono inedite.

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