da La Salute
*
Incomincia in un posto di mare
o in mezzo a una pianura stretta ai laghi,
crede che per vivere si debba aspettare
l’anno prossimo, l’oltre futuro dei morti.
Che sono muffe nere nella testa.
Mentre la salute è un mistero sconcio, meraviglioso
e finalmente, senza futuro.
*
In mezzo ma sgranata
raggiunge i nomi più alti del freddo.
Scende per le mappe del cielo. Passa
dallo sgabello ai pesci
al corridoio che sprofonda.
Progetta la fine della sciarpa
e brucia carta di Eritrea.
Triste nel gelo gonfio e con le bende
– dopo scale fumose o leggi naturali –
si alza prima al mattino
per fare ancora meno.
*
Girandole di gas nel vuoto concavo
che ci contiene tutti. Non c’è nessun centro e l’orlo
si cuce su se stesso. Il tempo è spazio che si espande.
Il tempo è fame e lo spazio è freddo. Abiterò
infrastrutture luminose.
Saremo più lontani, i mondi dai mondi
e farà più freddo, fino a riassorbirsi dentro a un buco.
Oppure si riconcentrerà fino a riaccendersi.
Ma adesso, l’attimo presente, è la capitale del Tempo.
*
In mezzo a braci densissime,
per mutamento graduale e lento
o per spaventosi impatti siderali,
si è inclinata assumendo un moto
incongruo e complesso.
Tutte le storie dei mondi
si allontanano
in recessione, ammassi luminosi e granulari.
Riemergeremo dalle profondità dei suoi triangoli.
*
Al principio era appena una macchia
un neon. Non era vuoto
né era materia o fuoco.
Adesso si espande e si contrae
si riconcentra. Il meccanismo, nell’insieme
è sferico, e musicale. Eppure è quantico
fragile e infinitesimale
nel dettaglio.
*
La memoria ha stanze immense
camere colme di specchi
polvere impraticabile. Invece
l’attualità è intermittente
come un’immagine rotta.
*
La macelleria dell’angolo ha la sua vetrina sconcia.
La morte è una specie
di cottura. Devi essere vivo
per cuocere tanti anni.
Il sangue si fa crema, schiuma,
le gambe si allargano, si gonfiano le nocche
cedono i tessuti. La malattia produce acqua
e persino la nascita brucia.
poesie di Alberto Pellegatta
da “L’ombra della salute” (collana Lo specchio junior, Ed. Mondadori)
Ciao Gabriele, scusami non avevo letto.
Alberto, come il sottoscritto, vive a Barcelona da anni e ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente e di chiacchierarci sorseggiando birra e qualche chupito.
Sì, alberto ha una eleganza filosofica e un acume lirico come pochi nella sua/nostra generazione (ha solo qualche anno in più di me e te, quindi lo annovero nel gran calderone). Mi piacque anche molto quello che lessi di lui nel suo Mattinata larga pubblicata un bel po’ di anni fa da Lietocolle.
Questa poesia che tu citi la amo molto anche io.
Un abbraccio a presto
Antonio