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Confine è del corpo la pelle
estesa di me densa carne accesa
da costellazioni di vita e pancia
esposta alla distanza
ma dentro radice
tenera polpa magma sostanza
epitelio -a strati- pellicola scorza
e il mondo l’attraversa.
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Ecco ora parla il corpo
parla con voce di carne e foglia
voce di riva e casa
dove s’accampa l’intero
del corpo più scuote l’involucro
il vuoto a perdere -che sono- il pieno
che scava mondo
carne e foglia riva e casa.
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Se fosse necessità soltanto
un corpo inerte in uno schema d’ossa
se fosse possibilità invece perché peso
apparente concausa d’un niente
non dato non scontato non
assente nato finalmente
per resa la più quieta: vita
l’esatto denso e fluido del mio corpo.
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Che ci vuole a capirlo
prima d’ogni divisione
senza porre alcuna condizione
prima ancora del bene e del male
io e l’altro mi è uguale.
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Tracimando dal fondale
come cosa fatta nostra
scolpita nella pietra dove fa eco
il canto e io metafora soltanto
io humus anche e flusso
d’essere stupefatta nello schianto
faglia che s’apre preme
ora nasce partorisce
è nuova terra.
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Quale confine
se ormai è già esaurito il gioco
coccio vuoto verso cosa
mi palesa il vizio il dire
dei nomi attori in ribalta
meglio rischiare almeno
semplicemente rischiare
d’esserci in questo cielo aperto
del corpo
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Parole nel mio giardino
abitano radici scavano il sasso
lanciato per cerchi sull’acqua.
Come pollone dal tronco/dal taglio
se poesia nasce dal sangue
nasce per il canto
per la musica del corpo
resiste
o per l’urlo s’impenna
più in alto.
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Cosa tocca la mano che tiene la penna
e la lascia cadere?
Cosa tocca nel vuoto
prolungarsi l’orecchio dal fondo
verso quali vertigini di suono?
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Pace è un foglio bianco
è la sostanza di una pausa
un breve precipizio d’incarnazione
della parola
il fuoco liquido pacato e denso
nel corpo
la forma nata da me
lo spazio aperto
l’Io inverso
poesie di Fabia Ghenzovich
da “Il cielo aperto del corpo”
Edizioni Kolibris.
Il libro di Fabia Ghenzovich ha il potere di sedimentarsi nei tessuti della memoria : ti invade (senza alcun sforzo) tanto la raccolta poetica dialoga con la parte dell’anima che s’interroga sullo spazio del corpo. Grazie.
grazie a Meth e a Antonio!
È un gran bel libro, un dono gioioso di Fabia, che ho apprezzato molto, vale la pena possederlo. 🙂
A presto e grazie a voi
Antonio B.