Peter Russell – 3 sonetti da “This is not my hour” – (Ed. del Foglio Clandestino)

 

 

***

 

 

Sometimes I think that everything is lost

And all this labour just a waste of time.

The rich and famous get away with crime, —

I’ve spent my all on poetry at a cost

People consider crazed. A few, at most,

Imagine the demands of the Sublime,

And fewer still envisage in a rhyme

That Ecstasis Longinus diagnosed.

 

 

The non-stop Talk-Show of the Parliament

Turns hard-won culture to a spectacle,

Publicity and profit ruling all,

All on amusement and the Lottery spent, —

<< I’m sane >> I boast, << And all the world’s a fool, >> —

Eli was blind, but Samuel heard the call.

 

 

A volte penso che tutto sia perduto, che questa fatica

sia solo uno spreco di tempo.

I ricchi e famosi la fanno franca col crimine; — io

ho speso tutto il mio per la poesía, a un costo

che la gente considera folle. Alcuni,

ben che vada, si figurano le pretese del Sublime,

più raro ancora è chi ravvisi in una rima

l’Estasi diagnosticata da Longino.

 

Gli ininterrotti talk-show del Parlamento

cambiano l’ardua cultura in spettacolo,

dettano legge pubblicità e profitto,

tutto è speso in distrazioni e lotterie, —

<< Son sano! >>, sbotto, << e tutto il mondo è pazzo! >>, —

Eli era cieco, e Samuele udì il richiamo.

 

 

***

 

Wichever way I go about it now,

I will be wrong. You can’t win, as the say.

An artifice is scorned. The natural way

Is favoured by the mass, begob, I trow, —

And anything arcane will beat the brow

Of the most instructed scholars of today.

Basil gave Julian a load of hay.

Was he too proud to weigh it, pray, or plough?

 

Let art hide art, dissimulate the truth,

Fiction declare it, covert parable

Be plain as poetry to perceptive mind, —

Her contradictions are all one and soothe

Fevered imagination as a rule

Prepares the fool for all that comes behind.

 

 

A questo punto, qualsiasi strada scelga,

avrò sbagliato. Dicono bene, che parti già sconfitto.

Si deride ogni artificio: perché i sistemi naturali, perdio,

son preferiti dalla massa; —

poi, una briciola di arcano turberebbe la fronte

anche all’accademico di oggi più erudito.

Basilio diede a Giuliano una balla di fieno: perché?

era troppo arrogante per pesarlo, pregare, o spingere l’aratro?

 

Che l’arte celi l’arte, si dissimuli il vero,

che la finzione lo proclami, e la parabola oscura

sia poesia chiara per la mente percettiva, —

le sue contraddizioni diventano unità, leniscono il dolore:

l’immaginazione febbrile, come regola

prepari il folle a ciò che viene dopo.

 

 

***

 

I’ve taken God and Paradise, the Stars,

The flying galaxies, timeless Empirean,

Fabled as ground, the Phoenix dyed in Tyrian,

The Muse’s Hill and Orpheus’ cruel scars

Into my bosom, where nothing hateful jars

And nothing calls for physics like valerian,

Or falsities adopted as criterion,

For all my guides are godlike Avatars.

 

This life of solitariness is companied

By ancient friends who visit now and then,

And voices from the past who buoy me up.

I am the apex of the pyramid,

All language of the past charges my pen,

Millennia of thought fill up my sparkling cup.

 

 

Ho preso: Dio, il Paradiso, le Stelle;

il volo delle galassie, l’Empireo senza tempo

e la Fenice, tinta nella porpora di Tiro; il monte delle Muse

e le ferite crudeli di Orfeo.

Li ho messi nel mio petto, dove non ha potere l’odio,

cui non servono rimedi officinali

né falsità prese a criterio dal giudizio:

le mie guide sono Avatar simili a dèi.

 

Ma la vita solitaria, si conforta della vista di amici

antichi, mi raggiungono ogni tanto voci

dal passato – che mi fanno risalire.

Della piramide, io abito il vertice:

le lingue del passato mi riempiono la penna;

frizzante è la mia coppa, di millenni di pensiero.

 

 

3 sonetti di Peter Russell

tratti dal libro “This is not my hour”

(Edizioni del Foglio Clandestino)

Studio e traduzione dai “Sonnets”

a cura di Raffaello Bisso

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6 thoughts on “Peter Russell – 3 sonetti da “This is not my hour” – (Ed. del Foglio Clandestino)

    • grazie F.f. (non so il tuo nome…) per segnalare quest’altra importante pagina, per questo libro e questo autore che, ahim,è pare essere stato dimenticato troppo in fretta da noi (anche in vita era piuttosto appartato, ed è sicuramente da valorizzare il suo lavoro e la sua testimonianza). Bella la nota che accompagna il testo nel tuo post. Altre cose di Russell si possono trovare presso l’editore Il foglio letterario.

      A presto

      Antonio b.

  1. ” quello che non c’è, in questo libro, è la clientela, il trafficare attraverso le parole di un affitto di sé, spesso di un mercanteggiarsi. Non ci sono luoghi comuni nei luoghi in cui il quotidiano svolgimento della vita ci ospita.Non ci sono protettori, non ci sono incensatori, non ci sono falsi intendimenti.Non ci sono transatlantici o imperiali costruzioni, ma un nitido pensiero che va di passo in passo a trovare terra e in questa si fa pellegrinaggio, consapevole che la terra è una continuità, da qualunque punto si parta o si faccia meta.Un libro da intraprendere alla pari di un grande viaggio,all’interno di un corpo che non disegna frontiere. Questo era il commento alla presentazione del libro scritta da Anna che avevo lasciato lì.” Alla prossima.fernanda ferraresso

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